Raccontando Gubbio

Quel giorno mi trovavo a Gubbio per trarre coraggio e fiducia alla vista delle grandi opere dell’uomo. […] La grandiosa, quasi temeraria audacia di questa architettura produce un effetto quasi sbalorditivo e ha qualcosa di inverosimile e conturbante. Si crede di sognare o di trovarsi di fronte a uno scenario teatrale e bisogna continuamente persuadersi che invece tutto è lì, fermo e fissato nella pietra.”

Hermann Hesse

Ferma e fissata nella pietra è l’immagine di Gubbio, città medievale tra le meglio conservate in Italia. Le mura, le porte, parlano di Medioevo. La grandiosa architettura di Piazza Grande con la leggiadra imponenza di Palazzo dei Consoli e Palazzo Pretorio, rievocano i fatti dell’età comunale. Gubbio è l’espressione del Medioevo nei suoi aspetti migliori evidenziando di quell’epoca, la fase in cui da età di transizione e declino diveniva età di costruzione del mondo moderno. Ma se Gubbio è simbolo del Medioevo, Gubbio non è il Medioevo.

La città di pietra non è stata fondata in quell’epoca e la sua storia millenaria ha origini ben più remote.

Antigo borgo umbro ha conservato il documento epigrafico più importante dell’Italia preromana: le Tavole Iguvine.

Rinvenute nel XV secolo, le 7 Tavole di Bronzo consentono di conoscere le strutture socio-politiche e religiose della “gens antiquissima Italia” *, il popolo umbro, la civiltà che viveva nell’Italia centrale ben prima dell’espansione di Roma. Dal prezioso documento emerge una Gubbio importante, centro di riferimento per una ben più ampia federazione di città, che avevano sviluppato una sofisticata coscienza religiosa ed una complessa organizzazione socio-politica.

La vicina civiltà etrusca e poi quella romana attinsero al patrimonio culturale umbro, come hanno evidenziato illustri glottologi che hanno rinvenuto nella lingua latina numerose emergenze umbre.

Al crescere di Roma , l’antica Ikuvium, il glorioso centro umbro, divenne Municipio romano e godette dei privilegi dei “foedera aequa”. Testimone del benessere goduto in epoca romana è il Teatro, armonico edificio di età augustea, molto ben conservato.

Dopo la caduta di Roma, Gubbio subì con l’Italia intera, i passaggi di truppe di barbari che distrussero l’antica città; dopo l’anno 1000, in poco tempo, sorse il libero Comune e a quest’epoca risale la costruzione della città di pietra come oggi appare.

Su questa fase della storia di Gubbio fu forte l’impronta spirituale lasciata dai Santi Ubaldo e Francesco con i quali la città conserva un profondo legame.

L’epoca delle Signorie vide il passaggio della città alla sfera di influenza del ducato di Urbino. Il personaggio più illustre del casato dei Montefeltro, il duca Federico, nacque proprio a Gubbio da madre eugubina. Nella sua città natale fece costruire una residenza, il Palazzo Ducale, che oggi costituisce uno dei tesori architettonici della città, incastonato perfettamente come è nel tessuto medievale nel quale si inserisce armoniosamente.

Dagli inizi del XVII secolo Gubbio entra a far parte dello Stato Pontificio e i due secoli successivi, trascorsi sotto il dominio papale, la vedranno assopirsi nell’immobilità che caratterizzò lo Stato della Chiesa in quegli anni. L’annessione al Regno d’Italia avvenne in modo indolore nel 1860; da quel momento in poi Gubbio sarà partecipe degli eventi dell’Italia contemporanea, offrendo gli intelletti, i sacrifici e gli onori dei suoi figli alle vicende del paese.

Ma questa è storia di oggi.

* Plinio, NH3, 112

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